2011年12月18日星期日

Sesto dopo la prima manche

La vittoria di Massimiliano Blardone red jackets for men
nel gigante dell'Alta Badia - terzo centro sulla Gran Risa e sesto successo assoluto in una carriera "monotematica" tra le porte larghe - rientra nel caso numero due.

Dopo un'annata infelice, culminata in un pessimo Mondiale (quello dello scorso febbraio a Garmisch, dove, per la verità, i gigantisti furono i soli a steccare clamorosamente in una rassegna quasi dominata dagli azzurri), si ipotizzava che Max fosse al capolinea. Seccato, demotivato, pessimista ben oltre il confine fissato da un carattere spinoso: così era diventato il ragazzo che, in questa disciplina, vanta comunque il miglior palmarés dopo Alberto Tomba. L'uomo soffriva, l'atleta sciava male. Da dove è dunque rispuntato Blardù? Di sicuro dall'inferno nel quale era precipitato. Ma anche da una grande prova; anzi, per certi versi dalla gara fattasi ideale e diventata perfetta grazie al suo talento.

Sesto dopo la prima manche, con uno scarto più che ragionevole dal podio; sesto e con la possibilità di attaccare nella seconda discesa,cheap moncler jackets avendo dei buoni riferimenti sia alle spalle sia davanti. Blardone per almeno venti secondi, nella seconda parte di un tracciato tra i più classici per i gigantisti, ha sciato come nei giorni migliori: gli avversari sono caduti ai suoi piedi, soprattutto quel Ligety che in questa disciplinaera reduce da due vittorie e da un secondo posto in tre gare. Non è il caso, adesso, di oberare il futuro di Blardù di aspettative esagerate: le sue stagioni migliori, quelle segnate purtroppo da grandi occasioni mancate tra Olimpiadi e Mondiali, sono alle spalle; però, probabilmente, non è nemmeno vero che è alla frutta e, men che meno, che siamo di fronte a uno zombie riapparso "una tantum".

A 32 anni appena compiuti, Max può legittimamente sperare di avere un ruolo adeguato alla sua bacheca (21 podi in totale): noi lo vediamo, potenzialmente, come il Cuche italiano, cioè uno sciatore in grado di sfidare la legge del tempo e di rimanere competitivo nonostante il procedere dell'età. Dipende solo da lui, dalle sue motivazioni, dalle sue convinzioni. Intanto lo sci italiano, che in questa edizione della Coppa del mondo stava rimediando mazzate (un solo podio prima di ieri: il secondo posto di Christian Deville nello slalom di Beaver Creek), può tirare un sospiro di sollievo e brindare al primo centro stagionale. Ovviamente, può fare sua anche la frase d'inizio: non solo al peggio non c'è mai fine; a volte capita army jackets for women
pure con le sorprese.

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